(CAVALIERI MARVEL)
N° 71
IL LUTTO SI ADDICE AD ELEKTRA[1]
Di Carlo Monni
1.
Un cadavere non è mai una buona
cosa, ma due sono peggio. Chiedete pure al giovane Medico Legale di turno
all’obitorio di New York che ha ricevuto la chiamata su un uomo precipitato dal
trentesimo piano di un palazzo di Wall Street.
-Beh… dottore, che mi
dice?- chiede uno dei detective accorsi sulla scena.
-Che è indubbiamente
morto.- risponde il medico.
-Molto spiritoso.
Speravo in qualcosa di più… concreto sulle cause della morte.-
-Ah… quelle? Beh…
viste le condizioni del cadavere, partendo dalla più ovvia, non se ne può
escludere nessuna in realtà: picchiato, accoltellato, sparato e chi più ne ha
più ne metta. Non sono nemmeno sicuro che l’autopsia servirà a chiarire le
cose.-
-Alcuni dei passanti
sono certi di avere udito un grido prima di vederlo precipitare.- interviene un
Agente di Pattuglia prendendosi un’occhiataccia dal detective, che ovviamente
non ama le interferenze.
-Il che proverebbe
che era ancora vivo quando è caduto.- commenta il medico –Ma non chiarisce la
dinamica: si è buttato, lo hanno spinto o è caduto per incidente?-
Uno dei tecnici forensi si avvicina
e dice:
-Se può interessare,
abbiamo raccolto un sacco di frammenti di vetro dal suolo.
-Interessante…-
commenta una giovane donna dai capelli castani appena arrivata -Visto che i
vetri delle finestre di questi palazzi sono in genere molto robusti, direi che
la caduta accidentale è da escludere. Quindi o ha preso la rincorsa e si è
gettato contro la vetrata, modalità insolita per un suicidio, o lo hanno
spinto.-
-Tu sei quella nuova
della Omicidi, giusto?- ribatte il detective del distretto di zona –Voi
novellini dovete sempre mettere il becco non invitati.-
-Detective di 3°
Grado Stacy Dolan.- si presenta la ragazza estraendo il tesserino –Sono stata
appena trasferita dal 75° Distretto di Brooklyn e non sono certo qui perché mi
piace ma perché mi hanno ordinato di venire.-
-Dolan?- borbotta il
Detective -La figlia del Capitano Arthur Dolan, il comandante del 75° per caso?
Questo spiega tutto: paparino non ti ha voluta tra i piedi e ha fatto in modo
di farti avere un lavoro comodo alla Omicidi. Solo casi di tutto riposo.-
-Ritira quel che hai
detto o, grado o meno, ti faccio saltare tutti i denti.-
-Calma, gente.- si
intromette il detective Willem Roper della C.S.U.[2]
–Non è il caso di mettersi a litigare tra di noi. Piuttosto che ne dite di
questo?- mostra loro un cartoncino con un’immagine disegnata -Lo stringeva in
pugno il nostro uomo.-
-Sembra quasi un
biglietto da visita.- commenta Stacy Dolan -E quel disegno… è un cigno nero.
Chissà che vuol dire?-
-Bah…- replica il
detective anziano -… probabilmente è solo un cartoncino del suo night club
preferito.-
-Non sono convinta.-
ribatte la ragazza.
Saprà di aver avuto ragione
all’arrivo di un secondo cadavere su cui verrà trovato un identico cartoncino
col disegno del cigno nero.
È decisamente insolito vedere
Paladin vestito con un classico completo scuro da uomo d’affari, con tanto di
cravatta in tinta e distintivo di una prestigiosa università appuntato al
colletto. Seduta alla sua destra Joy Meachum, Presidente Esecutivo della
Rand-Meachum, veste un tailleur dello stesso colore con camicetta bianca i cui
primi bottoni sono slacciati. Alla sua sinistra l’avvocato Jeryn Hogarth in
gessato grigio si asciuga il sudore.
Alle loro spalle, appoggiate ad una
parete, tre guardie del corpo particolari: un nero alto e massiccio dai capelli
rasati e una rada barbetta, vestito anche lui con un completo scuro, che tiene
le braccia conserte, una ragazza dai lunghi capelli rossi che indossa un abito
nero lungo con spacchi laterali, le braccia nude e una scollatura a cuore, al
suo fianco un’altra donna, nera, espressione truce, indossa un tubino nero e
borbotta tra sé. Tutti hanno lo sguardo celato da occhiali scuri a specchio
Il borbottio cessa quando entra un
gruppetto di cinesi elegantemente vestiti.
-La ringrazio di
essere venuto con così poco preavviso, Mr. Xao.- si rivolge senza perdere tempo
Paladin al capo delegazione.
-Lei chi è?- ribatte
sgarbatamente il cinese –Credevo che avrei trovato Daniel Rand.-
-Mr. Rand è impegnato
altrove. Tratterà con me. Può chiamarmi P.L. Dean se
vuole un nome.-
-E sia… mi basta che
lei possa parlare per entrambi i soci. Avete, quindi, deciso di accettare la
nostra offerta?-
-In una parola sola:
no, non ci interessa vendere a voi o chiunque altro. Ma voglio essere generoso
e vi farò io un’offerta: lasciate perdere la Rand-Meachum, cessate ogni
attività nei nostri confronti e tornatevene in Cina o altrimenti saremo
costretti ad una rappresaglia durissima nei vostri confronti.-
Voi… osate minacciare
NOI?- c’è una nota di evidente incredulità nella voce del cinese.
-Non è una minaccia…-
replica, calmo, Paladin -... è un avvertimento. E se credete che stia
scherzando… Colleen, vuoi dare una dimostrazione al signore?-
-Con molto piacere.-
risponde la rossa sorridendo.
Con una mossa rapidissima afferra
una katana appesa ad una parete e prima che le guardie del corpo dell’uomo
chiamato Xao Shedong possano reagire, ha già tagliato a strisce sottili la
cravatta del cinese e fatto saltare la fibbia dei suoi pantaloni senza fargli
nemmeno un graffio.
-Questa è una
minaccia.- afferma Paladin -Se avessi voluto morti lei ed i suoi amici, ora lo
sareste.-
Le guardie del corpo fanno per
estrarre le armi ma Xao le ferma.
-Ottima scelta, Mr.
Xao.- gli dice ancora Paladin -Ricordi il mio ultimatum: ha 24 ore per
sgomberare tutto e andarsene o verremo noi da lei e si pentirà di non avermi
dato retta.-
-Tra ventiquattr’ore
voi sarete tutti morti e questo palazzo sarà stato raso al suolo.-
-Tutti dobbiamo
morire prima o poi… ma ad alcuni capiterà prima che ad altri.-
Con sguardi colmi d’ira i cinesi se
ne vanno sbattendo la porta.
-Un gesto da
maleducati.- commenta Paladin -Ma immagino che possiamo conceder loro una
piccola soddisfazione dopotutto.-
-Sei stato molto…
diretto.- gli si rivolge Joy -Ma ora…sai che non si tireranno indietro e
verranno a cercarci.-
-Ne sono molto
consapevole… è proprio la reazione che volevo.-
-Insomma, siamo in
guerra.- aggiunge Misty Knight.
-Precisamente… e la
porteremo in casa loro immediatamente. Inutile rispettare un ultimatum che
violerebbero loro per primi.-
-Mi piace – esclama
Luke Cage sogghignando -Ho proprio voglia di schiacciare qualche testa.-
Elektra Natchios vene riaccompagnata
nella sua cella speciale. Durante il viaggio di ritorno dal Tribunale Federale
ha avuto modo di riflettere. L’udienza a suo carico è stata interrotta perché è
arrivata la notizia della morte di un testimone dell’Accusa[3]
e questo potrebbe significare che qualcuno là fuori ha deciso di aiutarla
eliminando chi potrebbe farla condannare.
Elektra ha molto sangue sulle sue
mani. Spesso si è illusa che fosse di gente che meritava di morire ma in fondo
ha sempre saputo che non era sempre vero e non le importava purché il suo conto
in banca aumentasse e il suo gusto per il pericolo fosse soddisfatto. In fondo
è come se fosse una drogata e l’omicidio fosse la sua droga. Un pensiero
inquietante. Ma chi può esserci là fuori disposto a seguire il sentiero del
delitto per lei? Deve saperlo e c’è solo uno a cui può chiedere di scoprirlo
per conto suoi… anche se le ripugna usarlo in quel modo.
Chiama la guardia e dice:
-Ho bisogno di vedere
una persona.-
2.
L’uomo di colore alto e massiccio
vestito di un completo scuro entra nel grattacielo assieme ad una donna, anche
lei afroamericana, vestita con un tailleur nero e camicetta bianca. Si fermano
un attimo a consultare il tabellone con l’indicazione dei vari uffici e dei
relativi piani, poi con fare sicuro si dirigono agli ascensori. Una volta
dentro, tramite un laringofono, il nero sussurra.
-Io e Misty siamo
dentro e stiamo arrivando al piano della Wai-Go.
Adesso che si fa?-
<<Adesso fate
quel che sapete fare meglio, Luke.>> risponde una voce maschile
<<Spaccate tutto.>>
-Mi piacciono i tuoi
piani, Paladin, dico sul serio.- replica, sogghignando, Luke Cage.
Il cadavere viene trovato in pieno
Central Park da una coppia che stava facendo Jogging di buon mattino. È quello
di una donna bionda in tenuta da jogging che giace bocconi. All’altezza della
gola si allarga una pozza di sangue. Nel giro di pochi minuti dalla chiamata la
zona viene cordonata dalla Polizia e quattro Agenti di Pattuglia presidiano il perimetro
in attesa dell’arrivo dei detectives, del Medico
Legale e della Scientifica.
Il Detective di 1° Grado John
Laviano è il primo ad arrivare, seguito dal suo inseparabile partner,
l’afroamericano Stan Witts, ed entrambi si mantengono rigorosamente ai margini
del perimetro. Solo dopo che il team del C.S.U. ha finito i suoi rilievi si
azzardano ad avvicinarsi al cadavere. Nel frattempo il Medico Legale ha finito
il suo esame preliminare e ha girato il corpo così che ora tutti possono
vederlo bene.
Doveva essere bella, pensa Laviano,
anche col viso illividito e stravolto dagli spasmi della morte lo si capisce
bene.
-Sappiamo chi è?-
chiede quasi retoricamente.
-Nel suo borsello
c’erano solo l’I-Pad da cui stava ascoltando musica e due mazzi di chiavi. Nessun
documento.- risponde uno dei detective della scientifica.
-Ha un viso
familiare.- commenta Laviano –Scommetto che è una dei residenti della zona. Si
rivolge agli agenti in uniforme –Qualcuno di voi la conosce?-
Si fa avanti una ragazza che non
dimostra più di 25 anni ed ha corti capelli castani il cui ciuffo spunta dal
berretto da poliziotto:
-Non sono sicura ma…
direi che si chiama… si chiamava Carrie Bradshaw…
abita…voglio dire: abitava a Central Park West.-
-Non curarti troppo
dei tempi verbali agente…-
-Gaunt…Kim… voglio
dire Kimberly Gaunt.-
-Bene Agente Gaunt…-
interviene brusco Witts -… come fai a conoscerla?-
-L‘ho incontrata
spesso durante il servizio di ronda e una volta l’ho accompagnata a fare una
denuncia contro un ex boyfriend che la stava molestando.-
-Ecco perché mi
sembrava familiare.- commenta Laviano –Dovremo fare quatto chiacchiere con
questo boyfriend. Brava Agente Gaunt.-
La ragazza in uniforme arrossisce e
Witts ridacchia. Laviano si rivolge al Medico Legale:
-Immagino non ci siano
dubbi sulla causa della morte, dottore.-
-Sarò più preciso
dopo l’autopsia…- risponde questi -… ma direi proprio che la gola è stata
squarciata da un oggetto appuntito.-
-Stringe qualcosa
nella mano.- dice Witts –Sembra un biglietto da visita.-
Con una certa fatica il Medico
Legale riesce ad aprire la mano destra del cadavere e quel che vi era stretto
viene raccolto con tutte le precauzioni del caso dal detective Cassio Affleby
del C.S.U. che lo infila in una busta trasparente per la raccolta prove materiali:
è un cartoncino su cui spicca l’immagine di un Cigno Nero.
Danny Rand scuote, perplesso, la
testa entrando nella prigione della Contea di Los Angeles. Non gli ci vuole
molto a spiegare cosa è venuto a fare e dopo pochi minuti ecco che viene scortato
davanti a lui un orientale molto alto e molto grasso.
Qualche firma e i due sono di nuovo
all’aperto.
-Hai idea di quanto
mi è costato farti uscire dal carcere?- dice Danny con tono di rimprovero al
suo amico -Ho dovuto staccare un assegno a cinque cifre per rifondere i danni e
far ritirare la denuncia a tuo carico.-
-Quante storie per
una piccola rissa.- replica l’Arma Immortale conosciuta come Cobra Grasso.
-Piccola rissa? Ha
sfasciato un intero night club e mandato tre uomini all’ospedale.-
-Non reggo molto bene
l’alcool.-
Danny alza gli occhi al cielo e
sospira.
3.
Thomas Weiss è un
uomo come tanti, con una casa ed una famiglia che ama. Il suo problema è che un
esperto di finanza creativa e che negli ultimi tempi ha messo il suo talento al
servizio di Elektra Natchios aiutandola a far sparire i soldi da lei guadagnati
con la sua attività di killer a pagamento. Tutto è andato bene finché qualcuno
non ha pensato di rendere edotte le autorità su certe attività. Un vecchio
adagio impone di seguire il denaro ed è quello che gli esperti del Dipartimento
di Giustizia e del Tesoro hanno fatto una volta avuta la dritta su dove
cominciare le ricerche e il risultato è che Thomas si è ritrovato sulla soglia
dell’ufficio gli agenti dell’F.B.I., dell’I.R.S.,[4]
del Servizio Segreto e della S.E.C.[5]
con un’ingiunzione a testimoniare davanti al Grand Jury Federale di New York che doveva decidere
sull’incriminazione di Elektra per multipli omicidi e vari altri crimini.
Weiss non sa che due altri testimoni
sono stati uccisi ed è ignaro del fatto che alcuni agenti federali si stanno
dirigendo al suo ufficio per notificargli che è stato messo sotto protezione e
non può immaginare che arriveranno troppo tardi.
Mentre siede alla sua scrivania
sente qualcosa di appuntito pungergli la schiena ed un brivido gli corre lungo
la spina dorsale.
Spiacente.- dice una
voce di donna alle sue spalle -Non ho nulla contro di te, ma sei sulla lista e
lei è più importante di te.-
Sente la lama attraversargli il
corpo attraverso la poltrona e la vede uscire dallo sterno ed è l’ultima
immagine che registrano i suoi occhi prima che la vita l’abbandoni.
La ragazza bionda che veste un
attillato costume nero e sgambato ritira la katana e ne ripulisce la lama sulla
poltrona di pelle, poi getta sulla scrivania un cartoncino con sopra disegnato
un cigno nero.
Una volta davanti alla porta degli
uffici della Wai-Go Luke Cage si ferma un attimo e
poi la sfonda con un calcio.
-Ispettori sanitari.-
si annuncia -Siamo venuti per la disinfestazione. Ci hanno detto che ci sono
dei grossi ratti qui.-
La porta di un ufficio si apre e ne
spunta la testa di uno degli uomini che avevano accompagnato Xao Shedong alla
Rand-Meachum.
-Eccone uno.- esclama
Misty Knight vedendolo e gli punta contro la sua Colt Python 357 Magnum.
L’uomo richiude immediatamente la
porta e Misty borbotta:
-Idiota.-
Afferra il pomello della porta con
la mano sinistra e tira scardinandola con facilità. Uno dei pochi vantaggi
dell’avere un braccio bionico al posto di quello che una granata le ha
strappato anni fa, pensa la donna. Certo: avere ancora il suo vero braccio
sarebbe comunque stato meglio.
Alle sue spalle Luke si sta
rivolgendo alle due ragazze alla reception:
-Se siete solo delle
impiegate, vi consiglio di andar via subito. La mia amica è terribile quando si
arrabbia... e io sono peggio.-
Misty sorride al sentirlo ed avanza
nella stanza. Dove è finito il tizio che era dentro? È solo il suo istinto che
la fa girare di scatto evitando che una lama le stacchi la testa dal collo.
Lanciando un grido
il Cinese che aveva visto prima, ora a petto nudo, le si lancia contro
brandendo un grosso spadone.
Sempre e solo stramaledetti ninja
nella mia vita, pensa Misty evitando un altro colpo.
Chinatown è, non molto
sorprendentemente, il quartiere della città di Los Angeles con la più alta
densità di residenti asiatici ed anche con la più alta percentuale di nati
fuori dai confini degli Stati Uniti. Naturalmente la stragrande maggioranza di
questi viene dalla Cina… come la ragazza che cammina per le strade del
quartiere con l’aria un po’ spaesata. C’è da comprenderla perché ha passato la
maggior parte della sua vita in una specie di reame mistico fuori dal Tempo e
dallo Spazio normali. Il suo nome è Li Hua ma tutti la conoscono come Bella
Figlia della Tigre. È una fiera guerriera e una delle leggendarie Armi
Immortali delle Sette Città del Paradiso e come i suoi compagni è scesa dal
mondo delle leggende in quello reale e lo trova… strano.
Si è tolta gli abiti che le ha
imposto Danny Rand ed ha indossato nuovamente il suo costume da battaglia rosso
composto da fasce di pelle che coprono giusto quel che il pudore impone di
coprire della sua anatomia, una tiara e la maschera dorata che ne copre il
volto al di sotto degli occhi. Appesi alla cintura due ventagli. Se una donna
seminuda attrae sicuramente l’attenzione, non si può, però, dire che gli
abitanti di Chinatown siano particolarmente sopresi dal suo abbigliamento.
Questa è la California, in fondo, casa dei personaggi più bizzarri e una delle
sue supereroine più famose ha come costume un ridottissimo bikini dopotutto.[6]
Bella Figlia della Tigre è intenta
nei suoi pensieri quando ode delle grida che provengono da un vicino locale da
cui stanno uscendo di corsa tre uomini armati.
Il pensiero è azione per questa
ragazza che senza perdere tempo lancia uno dei suoi ventagli contro la pistola
di uno dei fuggitivi troncandola a metà, poi, con un incredibile salto
acrobatico, si getta sugli altri abbattendone due con precisi colpi del taglio
della mano.
-Dannata p…-
L’uomo che la stava minacciando con
un coltello non termina la sua frase: un calcio ben piazzato all’inguine lo fa
urlare di dolore e crollare a terra piegato in due.
-Tanto sono convinta
che non ti servisse a granché.- commenta lei.
Un rumore alle sue spalle attira la
sua attenzione: un quarto uomo era in attesa su un’auto scoperta ed ora sta
cercando di investirla.
Ancora una volta Bella Figlia della
Tigre dimostra la sua straordinaria agilità compiendo una capriola che non solo
le consente di evitare l’auto ma la fa atterrare sul sedile posteriore da dove
colpisce al collo l’autista. Priva di guida l’auto si schianta contro un
lampione ma già la guerriera è saltata fuori e sta raccogliendo da terra il suo
ventaglio. Un anziano cinese le si avvicina e le dice:
-È stata grande. È la
terza volta che mi rapinano in due mesi. Mi ha salvato l’incasso. Lei è una
nuova supereroina vero? Come si chiama?-
-Io… mi chiamano
Bella Figlia della Tigre.-
L’uomo le rivolge uno sguardo
perplesso.
-Da piccolo mio nonno
mi raccontava di una guerriera leggendaria con quel nome…- dice infine -… ma
non può essere lei, naturalmente: dovrebbe avere più di 400 anni.-
Una risatina arriva da sotto la
maschera mentre lei replica:
-Forse li ho… forse
sotto questa maschera c’è il volto rugoso di una vecchia decrepita.-
Il suo interlocutore ride a sua
volta e ribatte:
-Ne dubito… ne dubito
molto. Ma venga: insisto perché sia ospite nel mio umile locale.-
Perché no? Si dice Bella Figlia
della Tigre seguendolo.
4.
McKinley Stewart
stira le labbra in un largo sorriso quando vede Elektra entrare nel parlatorio.
Anche con addosso la divisa arancione dei carcerati è sempre bellissima… e lui
è un idiota che si comporta da ragazzino innamorato con una che gli ha detto
esplicitamente di usarlo solo per il sesso e che al massimo prova per lui lo
stesso affetto che si prova per un cane fedele. Lo sa bene questo, ma non
cambia di una virgola le sue reazioni.
-Ero in aula oggi.-
le dice attraverso il vetro divisorio antiproiettile -Il tuo avvocato è stato
fantastico. Comincio a pensare che ce la farà a farti uscire.-
-Sì, è stato in
gamba.- risponde calma Elektra -Ti ringrazio di averlo trovato Mac… ma non è
per questo che ho chiesto di vederti. C’è qualcuno che sta uccidendo i
testimoni del mio processo. Quando ti ho fatto chiamare era solo uno ma ora
sono saliti a tre.-
-Lo so… ho letto i
giornali e visto i TG.-
-Io non c’entro. Non
è nel mio stile: non commissionerei mai l’omicidio di qualcuno.-
Forse lo dice a beneficio di
eventuali microfoni ma Mac sa che è sincera.
-Lo so, baby. Non
l’ho mai nemmeno pensato.- risponde.
-C’è un uomo…-
continua Elektra -... è un investigatore privato di Las Vegas, si chiama John
Garrett. Ha lavorato per lo S.H.I.E.L.D. in passato. Forse lui può trovare
questo assassino e fermarlo. Contattalo Mac, per favore.-
-Lo farò, tesoro, te
lo prometto.-
-Grazie Mac, te ne
sarò molto grata.-
Uscito dal carcere Mac riflette. C’è
una cosa che non ha detto a Elektra: forse lui sa chi è l’autore degli omicidi.
Non è solo per paura che ascoltassero la loro conversazione che è stato zitto:
Elektra ha già abbastanza guai senza che venga a sapere che Nina McCabe ha
seguito le sue orme ed è diventata una spietata assassina a pagamento. Se è
davvero Nina l’autrice di quegli omicidi, lo sta comunque facendo per aiutare
Elektra e lui non aiuterà la Polizia a trovarla. Cercherà comunque quel Garrett
e vedrà come andrà a finire.
L’hotel Plaza è uno dei più famosi e
prestigiosi di New York ed il palazzo che lo ospita è uno dei siti dichiarati
di importanza storica della città. È qui che entra un uomo dai capelli ed occhi
castani, vestito con un elegante abito color blu marino con camicia bianca e
cravatta a strisce rosse e blu accompagnato da una bella ragazza dai lunghi
capelli rossi che le ricadono sulla schiena sino al sedere, vestita di un
tubino nero e scarpe tacco 12. Sono in molti, tra uomini e donne a voltarsi al
loro arrivo e lanciar loro sguardi d’ammirazione.
Con estrema disinvoltura l’uomo si
avvicina al banco del Maître con tono confidenziale lo saluta:
-Salve George, è
sempre libero il mio solito appartamento?-
L’uomo alza gli occhi in cui brilla
un lampo di riconoscimento.
-Oh, Mister Dennis,
che piacere riaverla tra noi. Certo… suite 1636. Conta di trattenersi a lungo
stavolta?-
-Dipende dagli
affari, come al solito. Forse un paio di giorni, forse più.-
Il Maître suona un campanello e
compare un ragazzo che prende i loro bagagli, due piccole valige.
-Per la cena il
solito orario?- chiede il Maître.
-Certo… alle 8. Ho
visto che la Sala delle Rose è chiusa per restauri. Todd English andrà
benissimo.- come se ci ripensasse solo adesso l’uomo chiamato Dennis si volge
verso il Maître e chiede -A proposito, George, dovrebbe alloggiare qui un mio
conoscente, un uomo d’affari cinese, un certo Mr. Xao.-
-Mister Xao, certo.
Ha prenotato per sé ed i suoi ospiti l’intero piano sotto la sua suite In
questo momento dovrebbe essere lì.-
-Ma che fortuna. Se
dovessi vederlo, non dirgli che sono qui. Voglio che sia una sorpresa.-
E che sorpresa, pensa tra sé.-
-Non si preoccupi,
Mr. Dennis, la discrezione è uno dei nostri valori. Auguro un piacevole
soggiorno a lei e alla sua amica.-
Una volta che sono arrivati al
piano, la porta della suite viene aperta da un uomo impeccabilmente vestito.
-Sono felice di
rivederla tra noi, Mr. Dennis… e di conoscere la signorina naturalmente.-
-Ed io di rivedere
te, Barrington. Porta le valige nella mia camera e
poi prenditi un paio d’ore di permesso. Non avremo bisogno di te fino a dopo
cena.-
Gli allunga un fascio di banconote e
l’uomo di nome Barrington sorride.
-Naturalmente
signore. Ne approfitterò per fare una passeggiata nel parco. Molto lunga.-
Dopo che è uscito una stupita
Colleen Wing chiede:
-Quello che è uscito
era un maggiordomo-
-Così c’è scritto sul
suo contratto, mi pare.- risponde, serafico, Paladin.
-Tu… tu possiedi un
appartamento al Plaza? Ma sarà costato almeno un milione di dollari.-
-Più di due in
realtà, ma io non l’ho pagato neanche un centesimo. Una volta ho tirato fuori
da guai uno sceicco arabo e lui per gratitudine me l’ha regalato.-
-Una suite da due
milioni di dollari?-
-Era un guaio molto
grosso. Di solito la uso se ho bisogno di un rifugio sicuro per me o per altri
o semplicemente se non ho voglia di tornare a casa dopo cena quando ceno qui.-
-Mi pare di capire
che sono abituati a vederti salire con una donna diversa ogni volta.-
-Mi capita, sì.
Problemi?-
-Io? E perché dovrei
averne? Come vivi non è affar mio.-
-Ben detto… ma ora
non perdiamo tempo: mettiamoci gli abiti da lavoro e andiamo a fare a Mr. Xao
la sorpresina di cui parlavamo prima. Se ti imbarazza cambiarti davanti a me e
non ti fidi che guardi dall’altra parte, puoi usare l’altra camera.-
-Poche cose mi
imbarazzano ormai. Abbassami la zip per favore.-
-Un invito che
accolgo con piacere di solito, ma stavolta non c’è tempo per certe
piacevolezze. Magari più tardi.-
-Nei tuoi sogni.-
-Ho forse detto
altrimenti?-
Si cambiano rapidamente. Paladin
indossa il suo costume da battaglia mentre Colleen indossa un’aderente tuta
bianca e poi estrae dalla valigia la katana di suo nonno.
-Sono pronta.-
annuncia.
-Complimenti.-
esclama Paladin -Uma Thurman sarebbe verde di invidia
a vederti. Siamo sicuri che Tarantino non si sia ispirato a te?-
-Sei un idiota-
replica lei ma sorride.
-Andiamo.-
Pochi minuti dopo i due si stanno
calando verso il piano inferiore.
Le chiamano Brownstones,
le case di arenaria a due piani tipiche di certi quartieri eleganti di New York
ed è qui che abita il suo prossimo bersaglio. Nina McCabe alias Belinda Swann,
alias Cigno Nero vi si introduce senza troppa difficoltà. Sono pochi i nomi
rimasti sulla lista e quei pochi ormai sono sotto protezione federale. Non che
questo basti a difenderli contro una ninja, naturalmente. Entrare non vista in
un qualunque luogo è la prima cosa che Nina ha imparato. Stordire le guardie
non è difficile. Lo fa senza far loro troppo male. Non ha niente contro di loro
dopotutto.
Il bersaglio deve essere nello
studio da cui filtra una luce. Nina spalanca la porta.
-Entra pure, ti stavo
aspettando.-
Seduta ad una scrivania di quercia
c’è una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi che indossa un’aderente
costume nero e degli elaborati bracciali di metallo ai polsi.
-Tu devi essere Cigno
Nero. Io sono la Vedova Nera ed ero impaziente di conoscerti.-
5.
Due uomini, diversi
eppure simili. Uno è un Cinese dall’aria impenetrabile, veste un paio di
semplici pantaloni e dei sandali. Sul suo petto nudo spicca il tatuaggio di un
gatto stilizzato. L’altro è un bianco, un Americano per la precisione, veste
jeans, un maglione nero, ed un giubbotto con molte tasche.
-Sei pronto?- chiede
l’uomo di nome Shen Kuei, detto il Gatto.
-A ficcarmi nella
tana del lupo? È la mia specialità.- risponde l’uomo di nome Rick Mason, detto
l’Agente.
Non c’è altro da dire: ora è il
momento dell’azione.
Cigno nero esclama:
-Tu… mi aspettavi?-
La
Vedova Nera si alza in piedi e si dirige calma verso di lei.
-In realtà si è
trattato di una scommessa azzardata.- spiega -Dei testimoni sulla lista solo
quattro erano di New York ed ho pensato che avresti finito il lavoro con
l‘ultimo rimasto prima di dedicarti agli altri. Per fortuna non mi sono
sbagliata.-
-E se invece ti fossi
sbagliata? Se avessi deciso di andare prima dagli altri nel posto dove sono
nascosti e lasciare lui per ultimo?- ribatte Nina McCabe.
Natasha Romanoff scrolla le spalle e
replica:
-Nel qual caso
sarebbe stato un problema degli agenti del Servizio Protezione Testimoni
Federale ed io ti avrei dato la caccia dopo. Va da sé che qui non c’è più
nessuno: il tuo bersaglio è stato portato nello stesso luogo sicuro degli altri
testimoni.-
Nina sospira.
-Immaginavo che non
sarebbe stato sempre facile, ma non pensavo che saresti stata tu la mia
avversaria.-
-Il che dimostra che
nonostante tutto sei ancora una novellina o avresti riflettuto sul fatto che
qualunque cosa preoccupi Devil o Matt Murdock… o tutti e due… è un problema
anche mio. Qual è il tuo nome, ragazza?-
La ragazza in questione si mette in
posizione d’attacco e ribatte
-Il solo nome di cui
ti deve importare è Cigno Nero.-
-E suppongo sia
inutile chiederti di arrenderti pacificamente.-
La sola risposta di Nina è un grido
di battaglia mentre si lancia verso Natasha, che evita di misura un suo calcio.
Finita
sul pavimento la Vedova Nera rotola lontano e spara un Morso di Vedova che
colpisce la sua avversaria alla mano destra e le fa perdere la presa sulla
katana che impugna.
La
ragazza si massaggia le mani poi, con un gesto rapidissimo, afferra entrambi i
sai che porta alle cosce e li scaglia contro Natasha. Ancora una volta
l’agilità della Vedova le consente di evitare le micidiali lame che si
conficcano nel pavimento.
-Ora siamo alla pari,
ragazza. Niente armi.- dice alzandosi di scatto in piedi.
-Alla pari non
direi.- replica Cigno Nero -Tu hai sempre quei dannati taser da polso.-
-Hai la mia parola
che non gli userò e se non ti basta…-
Con un gesto rapido Natasha si sfila
i bracciali e li lascia cadere a terra.
-E adesso…-
Senza
esitare Natasha salta verso la sua avversaria sferrandole un calcio diretto al
mento, ma Nina accompagna il colpo con una capriola all’indietro.
-Ammetto che sei in
gamba.- commenta la Vedova -Elektra ti ha addestrato bene.-
-Come fa a sapere…?-
-Ti ho osservata: le
tecniche di battaglia, le tue mosse, sono le sue, non ho dubbi. E ora so anche
chi sei: negli ultimi anni Elektra è stata la tutrice legale di una ragazza
orfana. Non ricordo il tuo nome ma non è certo un problema scoprirlo.-
-Fai pure, tanto
quella donna non esiste più ormai.-
Stavolta è Nina a saltare verso la
sua avversaria e per ogni colpo che lei sferra la Vedova ne ha uno per
controbatterla e viceversa.
Lo scontro potrebbe durare a lungo.
Il sistema elettrico della Sezione
di Massima Sicurezza Femminile del Centro di Detenzione Metropolitano Federale
di Manhattan cessa improvvisamente di funzionare e le porte di tutte le celle,
comprese quelle dell’area speciale destinata alle detenute con superpoteri, si
aprono di colpo. Un’occasione unica per le “ospiti” di questo posto e sarebbe
un peccato non approfittarne.
Nella sua cella speciale Elektra
Natchios vede la porta aprirsi e sul vano apparire un uomo dai capelli lunghi e
baffi spioventi.
-Scalphunter… sei
venuto per uccidermi.
Non è una domanda ma una constatazione
e non c’è traccia di emozione in Elektra mentre pronuncia queste parole. Sia
lei che il suo avversario sono dei professionisti e faranno la loro parte sino
in fondo.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Pochissime cose da
dire su quest’episodio quindi non perdiamo tempo:
1) Il
Detective di 1° Grado John Laviano e il suo collega Stan Witts del Distretto di
Polizia di Central Park sono stati creati da Archie Goodwin & Tony De Zuňiga su Marvel Super Action #1 del gennaio 1976 sono
i poliziotti che hanno indagato sull’omicidio della famiglia di Frank Castle
alias il Punitore.
2) L’Agente
di Pattuglia Kim Gaunt, sempre del Distretto di Central Park, invece è stata
creata da William Messner-Loebs & Luke Ross su
Thor Vol. 1° #497 dell’aprile 1996.
3)
Il Detective di 3° Grado Stacy Dolan, in
forza alla Squadra Omicidi di Manhattan, è stata creata da Howard Mackie
& Javier Saltares in Ghost Rider Vol. 3° #1 del
maggio 1990 ed è stata per lungo tempo l’interesse sentimentale di Danny Ketch,
il secondo Ghost Rider.
Nel prossimo episodio:
detenute pericolose progettano una fuga di massa, Elektra lotta per la sua
vita, continua lo scontro tra la Vedova Nera e Cigno Nero, Paladin e amici
spaccano un po’ di teste e così il Gatto e l’Agente. In più: le armi immortali.
Ce la farò a far star tutto in un solo episodio? Sarà dura, lo ammetto ma c’è
un solo modo per sapere se ce la farò.
Carlo
Carlo
[1] Con tante, tantissime, scuse a Eugene O’Neill.
[2] Crime Scene Unit, la divisione forense del N.Y.P.D.
[3] Come mostrato su Devil #69.
[4] Internal Revenue Service, equivalente molto più efficiente della nostra Agenzia delle Entrate
[5] Securities and Exchange Commission, la commissione di controllo sulla Borsa e le transazioni finanziarie in genere.
[6] Stiamo parlando di Tigra ovviamente.